Quando la creatività del “giocare” a costruire maschere nel tempo diviene… l’arte del Carnevale, iniziative creative ed educative, musica e formazione.
Sono nato nel Agosto del 1944, durante il passaggio del fronte, in un rifugio scavato nel tufo in località La Valle di Candelara della città di Pesaro, dopo pochi giorni, caricato sopra una carretta spinta da babbo Pietro e mamma Evelina, sono arrivato in Via Mura Sangallo, sita nel rione popolare della Città di Fano, al tempo comunemente chiamato “ciuceria”, dove ho vissuto l’infanzia insieme a strani, vivaci, laboriosi personaggi: fabbri, falegnami, calzolai, sarte, musicisti, gestori delle tante osterie e bar del luogo; che facevano le cose dal nulla, costruivano mobili per casa, accomodavano scarpe e abiti, componevano musiche e nei giorni di festa, lungo i vicoli e nelle piazzette, organizzavano balli, giocavano a tombola e a
“petrangola”.
Fra tanti aspetti di quel tempo ricordo i giochi con i compagni su la “polveriera” (Bastione Sangallo), “rivedo” i colori, “risento” gli odori, delle case e dei vicoli, in particolare quelli delle succulente pastasciutte e fagioli che le donne di casa cucinavano spesso. Rivivo quegli indimenticabili momenti di quasi di ogni tardo pomeriggio dove, accompagnato alla stazione ferroviaria da mio zio Gigin “vetturino dell’ufficio postale”, venivo preso in braccio dal
Capostazione che, porgendomi il suo fischietto di ordinanza, mi diceva “dai Alfredino fischia, fai partire il treno”.

Nel periodo invernale di quegli anni, babbo Pietro, pittore e costruttore di carri allegorici, quasi tutti i pomeriggi dopo l’asilo e nei giorni di festa, portava me e mio fratello Giorgio nei polverosi capannoni del Carnevale di Fano (precari cantieri di legno situati in viale XII Settembre) dove, mentre lui modellava, costruiva fantastiche maschere e grandi carri allegorici, noi giocavamo, con: la creta, legnetti, chiodi, martelli, colla di farina, cartapesta, pennelli, colori e vari scarti di materiale; ad inventare e costruire le nostre prime maschere, i nostri giocattoli: cariolini, strumenti musicali, fantastiche astronavi, strani oggetti.

E’ in tale ambiente che, oltre a vedere ed apprendere quanto svolto da babbo Pietro, ho conosciuto e vissuto per anni a fianco di eccezionali artisti del Carnevale di Fano: Enzo Bonetti, Gustavo Marini, Hermes Valentini, Luciano Pusineri, Vittorio Corsaletti, Marcellino Battistelli, Evaristo Ghiandoni, Bruno Radicioni, Luciano Del Monte, Valerio Ferretti e tanti altri.
Sulla base di tali presupposti, in seguito nei primi anni Settanta, chiamato dal Maestro Otello Vitali presso la Scuola Elementare Filippo Corridoni di Fano, ho svolto i miei primi “laboratori educativi” per la costruzione di maschere di cartapesta con gli allievi della sua
classe.

