Da perseverante visionario Maestro d’Arte di Decorazione Pittorica, continuo a pensare che quello che ancora non c’è domani ci potrebbe essere, ad indagare e promuovere quelle esperienze acquisite giocando a costruire maschere che, riscoperte e promosse in modo organico nei loro contenuti e proprietà educative, oggi si propongono quali riferimenti progettuali nella ricerca di una nuova, diversa “architettura educativa” che metta al centro delle sue finalità l’avvio di una “Innovativa Filiera Formativa” che:
- riscopra e promuova ruoli e funzioni educative genitoriali dal periodo prenatale,
- valorizzi le proprietà del parto naturale,
- prosegua con il superamento di consuetudini, sistemi, professioni, strutture, di “Asilo” e di “Scuola Materna” tradizionali, ancora di fatto estese (nelle denominazioni e nei fatti), promuovendo una “Pedagogia Speciale” che dal continuare ad essere sostanzialmente intesa quale branca dell’educazione che doverosamente e meritoriamente interviene, con modalità ben definite, nell’area della disabilità di varia natura (da quella motoria a quella cognitiva e socio-affettiva), si evolva, si estenda, “apra” mentalità, muri, spazi, modi di pensare e di vivere, divenga “diritto” di tutte le bambine e bambini.
Una “Pedagogia Speciale”, di eccellenza che riscopra e promuova quelle preziose proprietà ludiche (da molti purtroppo confuse e finanche dimenticate), professionalità e strutture educative quali veri e propri “Atenei dell’Infanzia” che “offrano” alle bambine e ai bambini le occasioni di vivere quella auspicata “Prevenzione Primaria”, capace di farli crescere “sani”, resistenti, in sintonia con un mondo che va avanti e non aspetta.
Loris Malaguzzi, fondatore degli Asili Nido di Reggio Emilia, l’amico dei bambini che per loro “tirava la giacchetta” agli Amministratori, nei ricorrenti incontri del “Gruppo Nazionale di Studio Nidi e Infanzia” da lui fondato, ci diceva: “ aiutiamo le bambine e i bambini a superare i muri delle ovvietà, delle abitudini, delle ipocrisie e delle pavidità; e aggiungeva: “a noi spetta con libertà e più competenza, curiosità e fantasia di quanto oggi non sia dato, offrire ai bambini e costruire con loro le occasioni del conoscere”.
Si pensi cosa potrebbero fare le bambine e i bambini, quelle nuove generazioni che presto saranno adulte se, invece di continuare a crescere con programmi e sistemi di apprendimento preordinati ed uguali per tutti, sostanzialmente fondati sulla trasmissione, l’insegnamento, l’imitazione del già dato, gli venissero offerte dalla famiglia, dal territorio, soprattutto dalla scuola, a partire dalla prima infanzia, dalla formazione delle fondamenta della loro personalità, le occasioni di pensare in grande, di crescere ideatori e costruttori di spazi, ambienti di vita, con quel senso di appartenenza alla propria città dove scoprire e vivere i valori della Pace e lo sviluppo delle qualità della vita.

